E la tragedia finisce in diretta su Facebook

Svolta La ricerca di notizie su Internet comincia subito dopo il terremoto

Una scossa che dall'Abruzzo si muove velocemente verso il resto d'Italia. E più in là a Berlino, Tokyo, New York, Londra. Per un giorno gli occhi del «villaggio globale» tanto caro a Marshall McLuhan sono tutti puntati sull'Italia. «La peggiore tragedia del millennio», per dirla con le parole del capo della Protezione civile Guido Bertolaso, occupa le prime pagine dei siti internet dei principali media internazionali, finisce su Youtube, viene raccontata in diretta su Facebook e Twitter. Quando, alle 3.32 la terra trema, la domanda che percorre il mondo è una sola: cosa sta succedendo? Si accende la televisione alla ricerca di una risposta. Ma il video tace. Il primo canale a mandare in diretta le immagini de L'Aquila e le testimonianze telefoniche dei sopravvissuti sarà, qualche minuto più tardi, Rainews24. Online, però, la notizia è già di dominio pubblico. E il popolo della rete si scatena. Sono lontani i tempi in cui per avere informazioni su un terremoto bisognava attendere le edizioni speciali del telegiornale o il quotidiano del mattino. È come se tutto il mondo si fosse svegliato e, in pigiama, fosse sceso in piazza. Quella piazza è Internet. «Dopo la scossa - racconta Gianluca Nicoletti conduttore della trasmissione radiofonica Melog su Radio24 - mi sono messo al computer e ho visto che il mio gruppo virtuale su Facebook (che conta oltre 5.000 «amici» ndr) era in "fibrillazione". Allora ho cominciato a pubblicare le agenzie che arrivavano. Quindi ho telefonato a delle amiche che vivono a L'Aquila. Erano per strada, volevano sapere cosa stava succedendo. Ho ricevuto messaggi e telefonate dall'Indocina, dal Brasile, da New York. Sono rimasto davanti allo schermo fino alle 6 a scambiare informazioni. Qualcuno pubblicava le mappe di Google per far vedere i paesi colpiti dal sisma. Tutti erano alla ricerca di notizie». Forse è proprio questa la grande novità di questa tragedia. Per la prima volta il social network non è stato il luogo dove scambiarsi foto più o meno divertenti o chattare per far passare un po' di tempo, ma ha mostrato il volto di una comunità globale. E non è mancato chi, pochi minuti dopo il sisma, ha preso la palla al balzo per «beatificare» Giampaolo Giuliani il tecnico che «aveva predetto» la tragedia (sono nati i gruppi «Giuliani eroe nazionale», «Chiedere scusa a Giuliani», «Solidarietà per Giuliani», «Giuliani aveva ragione sul terremoto», «Sosteniamo Giampaolo Giuliani ed il brevetto per la previsione di terremoti»). Mentre altri hanno cercato di testimoniare la propria solidarietà alle famiglie e ai cittadini abruzzesi anche scambiando informazioni utili come i numeri di telefono per l'emergenza, i riferimenti per donare il sangue o le segnalazioni per organizzare «aiuti concreti» per la popolazione sfollata. Intanto le immagini dei cittadini estratti dalle macerie rimbalzavano da Al Jazeera alla Cnn.

fonte: iltempo
payperuse.eu

Wikio - Twitter

Twitter Vision