L’ufficio di collocamento del futuro? Twitter

Twitter è tra i pochi servizi a basso impatto di traffico, usabile ovunque. Perché non sfruttarlo, adeguatamente contornato, per l’offerta e la richiesta di lavoro?

Bologna - Secondo un rapporto della International Labour Organization (ILO), nel corso del 2009, in tutto il mondo 51 milioni di persone perderanno il proprio posto di lavoro.

Una prospettiva non certo allettante, che per essere degnamente affrontata richiede brillantezza, capacità di reinventarsi, di riproporsi sotto altra forma, di ricominciare. Tutte caratteristiche da qualcuno trasformate in un fenomeno che rischia di diventare il fenomeno dell’anno: offerte e richieste di impiego su Twitter.


A parlarne è Sarah Evans, direttore comunicazione presso l’Elgin Community College (ECC) di Elgin, nell’Illinois. È anche autrice di un blog dedicato alle PR ed ai social media, nonché fondatrice di #journchat, una sorta di chat via Twitter tra giornalisti, addetti alle PR e blogger.

In un articolatissimo post su Mashable, Sarah spiega tutti i trucchi e le migliori astuzie per sfruttare Twitter come vero e proprio ufficio di collocamento, tanto per chi cerca lavoro quanto per chi lo offre. Suggerisce addirittura di impiegare dei template, cioè dei modelli, per costruire passo passo una presenza su Twitter degna di questo nome, sfruttando strumenti comuni come Microsoft PowerPoint.

Sottolinea anche l’importanza di utilizzare strumenti di aiuto per la creazione di un curriculum vitae, come VisualCV e indica a scopo didattico un altro post su Mashable per illustrare come costruire al meglio un CV idoneo a viaggiare cavalcando l’onda dei social media.

Il resto viene da sé: seguendo la scia, Sarah racconta di aziende che ne stanno facendo il proprio core business, di grandi industrie come AT&T che ormai si servono di Twitter con la massima disinvoltura. L’immediatezza, la velocità e l’onnipresenza di Twitter - un sistema a basso impatto sul traffico Internet, visti i 160 caratteri di ogni tweet, come un comune SMS - ne rendono proponibile l’impiego anche in paesi come l’Italia, dove Internet sul cellulare è ancora lungi dal presenziare con formule realmente flat.

Accanto all’iniziativa di Sarah sono sbocciati ulteriori servizi, che aggregano Twitter da un lato e il cellulare dall’altro, come ad esempio TweetMyJOBS.com.

Insomma, come Sarah Evans stessa conclude, your next job could be just a tweet away, il tuo prossimo lavoro potrebbe essere giusto ad un tweet di distanza.

Floriana Savoldi Maraini per nbtimes
payperuse.eu

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